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La Città Santa

La Terra Santa, o Terra di Israele secondo le antiche Scritture, è la regione che secondo il Tanakh e la Bibbia fu promessa da Dio ai discendenti di Abramo e agli Israeliti, discendenti di Giacobbe.
Divisa oggi tra Stato di Israele e Territori Palestinesi, é stata da sempre crocevia di popoli e culture che, nei secoli, hanno lasciato tracce ben visibili ancora oggi.
Gerusalemme, la città più contesa tra i due Paesi, ospita alcuni tra i luoghi più suggestivi del mondo ed è universalmente ritenuta la capitale di quella che ancora oggi viene genericamente chiamata Terra Santa.
Conosciuta anche come Città Santa, è visitata da migliaia di fedeli che ogni giorno affollano le strade, attraversano i mercati a cielo aperto e visitano i luoghi di culto più cari a Ebraismo, Cristianesimo e Islam.
Il Muro Occidentale, chiamato in Europa anche Muro del Pianto, il luogo più sacro per gli ebrei; la Moschea di Al-Aqsa, il terzo sito più sacro al mondo per i musulmani dopo la Mecca e la Medina e la chiesa del Santo Sepolcro - dove la tradizione indica che Gesù sia stato crocifisso, preparato per la sepoltura e infine tumulato - sono tra i luoghi sacri più conosciuti al mondo e, per il loro valore simbolico, fanno di Gerusalemme l’indiscussa capitale universale delle tre grandi religioni monoteiste.
Situata nella parte nord-ovest delle mura di Gerusalemme, è una delle entrate principali della Città Vecchia. Utilizzata sia per accedere velocemente alla moschea di Al-Aqsa che al quartiere ebraico, è spesso la centro di disordini e incidenti per la sua posizione ed è sempre sorvegliata dalle forze dell’ordine israeliane.
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Porta di Damasco, Città vecchia di Gerusalemme, aprile 2019
Situata nella parte nord-ovest delle mura di Gerusalemme, è una delle entrate principali della Città Vecchia. Utilizzata sia per accedere velocemente alla moschea di Al-Aqsa che al quartiere ebraico, è spesso la centro di disordini e incidenti per la sua posizione ed è sempre sorvegliata dalle forze dell’ordine israeliane.
Al mercato del quartiere arabo alcuni fedeli della Chiesa Cristiana Ortodossa Etiope improvvisano, in occasione delle domenica delle palme, una breve processione cantando e suonando con alcuni strumenti a percussione.
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Quartiere arabo, Città vecchia di Gerusalemme, aprile 2019
Al mercato del quartiere arabo alcuni fedeli della Chiesa Cristiana Ortodossa Etiope improvvisano, in occasione delle domenica delle palme, una breve processione cantando e suonando con alcuni strumenti a percussione.
Fedeli in preghiera in una piccola cappella della chiesa del Santo Sepolcro. La chiesa ortodossa etiope è presente a Gerusalemme da più di 1500 anni e, secondo gli etiopi, da circa 3000: cioè da quando il Re Salomone incontrò la Regina di Saba.
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Chiesa del Santo Sepolcro, Città vecchia di Gerusalemme, aprile 2019
Fedeli in preghiera in una piccola cappella della chiesa del Santo Sepolcro. La chiesa ortodossa etiope è presente a Gerusalemme da più di 1500 anni e, secondo gli etiopi, da circa 3000: cioè da quando il Re Salomone incontrò la Regina di Saba.
Un frate francescano, facendosi luce con il telefonino, legge alcuni passi del vangelo ad un gruppo di turisti italiani in visita in occasione della Pasqua cattolica, di venerdì santo. Il primo gruppo di frati partì per la Terra Santa nel 1217, sotto la guida di frate Elia da Cortona e lo stesso S.Francesco vi si recò, come messaggero di pace, 800 anni fa esatti, nel 1219.
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Chiesa del Santo Sepolcro, Città vecchia di Gerusalemme, aprile 2019
Un frate francescano, facendosi luce con il telefonino, legge alcuni passi del vangelo ad un gruppo di turisti italiani in visita in occasione della Pasqua cattolica, di venerdì santo. Il primo gruppo di frati partì per la Terra Santa nel 1217, sotto la guida di frate Elia da Cortona e lo stesso S.Francesco vi si recò, come messaggero di pace, 800 anni fa esatti, nel 1219.
Il vicario patriarcale di Gerusalemme mons. Giacinto-Boulos Marcuzzo raggiunge la chiesa del Santo Sepolcro - per celebrare le messa in occasione del venerdì Santo - accompagnato da alcuni sacerdoti. Tre di loro sono cavalieri sacerdoti dell’Ordine del Santo Sepolcro e indossano sopra l’abito talare la mozzetta dell’Odine, con la caratteristica croce rossa sulla spalla sinistra.
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Chiesa del Santo Sepolcro, Città vecchia di Gerusalemme, aprile 2019
Il vicario patriarcale di Gerusalemme mons. Giacinto-Boulos Marcuzzo raggiunge la chiesa del Santo Sepolcro - per celebrare le messa in occasione del venerdì Santo - accompagnato da alcuni sacerdoti. Tre di loro sono cavalieri sacerdoti dell’Ordine del Santo Sepolcro e indossano sopra l’abito talare la mozzetta dell’Odine, con la caratteristica croce rossa sulla spalla sinistra.
Sacerdoti della chiesa Ortodossa Armena lasciano in processione la chiesa del Santo Sepolcro alla fine della funzione religiosa in occasione della domenica delle Palme. La comunità Armena di Gerusalemme è per lo più composta da profughi e sopravvissuti al genocidio armeno avvenuto in Turchia a partire dal 1915, quando in molti trovarono rifugio proprio nel monastero Armeno della città santa.
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Chiesa del Santo Sepolcro, Città vecchia di Gerusalemme, aprile 2019
Sacerdoti della chiesa Ortodossa Armena lasciano in processione la chiesa del Santo Sepolcro alla fine della funzione religiosa in occasione della domenica delle Palme. La comunità Armena di Gerusalemme è per lo più composta da profughi e sopravvissuti al genocidio armeno avvenuto in Turchia a partire dal 1915, quando in molti trovarono rifugio proprio nel monastero Armeno della città santa.
Fedeli in preghiera alla pietra dell’unzione, all’interno della chiesa del Santo Sepolcro. Viene considerata la pietra dove venne unto il corpo di Gesù Cristo prima della sepoltura. Reliquia molto nota anche in occidente, venne rappresentata in prestigiose opere d’arte, tra cui il “Cristo morto” di Mantegna.
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Chiesa del Santo Sepolcro, Città vecchia di Gerusalemme, aprile 2019
Fedeli in preghiera alla pietra dell’unzione, all’interno della chiesa del Santo Sepolcro. Viene considerata la pietra dove venne unto il corpo di Gesù Cristo prima della sepoltura. Reliquia molto nota anche in occidente, venne rappresentata in prestigiose opere d’arte, tra cui il “Cristo morto” di Mantegna.
Edicola del Santo Sepolcro, all’interno della chiesa del Santo Sepolcro, che custodisce quella che si presuppone essere la tomba di Gesù. Durante il restauro del 2016, costato oltre 3 milioni di dollari e che le ha ridonato l’antico splendore, la lastra di marmo che copre la tomba è stata spostata per tre giorni. Non avveniva dal 1810.
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Chiesa del Santo Sepolcro, Città vecchia di Gerusalemme, aprile 2019
Edicola del Santo Sepolcro, all’interno della chiesa del Santo Sepolcro, che custodisce quella che si presuppone essere la tomba di Gesù. Durante il restauro del 2016, costato oltre 3 milioni di dollari e che le ha ridonato l’antico splendore, la lastra di marmo che copre la tomba è stata spostata per tre giorni. Non avveniva dal 1810.
Celebrazione liturgica pomeridiana, presidiata dal vicario del patriarcato latino di Gerusalemme Giacinto-Boulos Marcuzzo, all’interno della chiesa del Santo Sepolcro. Il candelabro a 15 ceri - di cui 14 collocate sui lati obliqui del triangolo, sette per lato, in rappresentanza della Via Crucis e la quindicesima collocata al centro del lato di base e che simboleggia Gesù - viene utilizzato durante l’Ufficio delle Tenebre, la sera del giovedì santo e riacceso il giorno seguente.
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Chiesa del Santo Sepolcro, Città vecchia di Gerusalemme, aprile 2019
Celebrazione liturgica pomeridiana, presidiata dal vicario del patriarcato latino di Gerusalemme Giacinto-Boulos Marcuzzo, all’interno della chiesa del Santo Sepolcro. Il candelabro a 15 ceri - di cui 14 collocate sui lati obliqui del triangolo, sette per lato, in rappresentanza della Via Crucis e la quindicesima collocata al centro del lato di base e che simboleggia Gesù - viene utilizzato durante l’Ufficio delle Tenebre, la sera del giovedì santo e riacceso il giorno seguente.
Alcuni fedeli sostano sulle panche all’interno della Cappella di Sant’Elena, nell’area custodita dalla Chiesa Armena. Il Patriarcato Armeno di Gerusalemme è una diocesi appartenente alla Chiesa apostolica armena, fondata nel 638 e la sua sede si trova nel quartiere armeno di Gerusalemme, a pochi passi dal Santo Sepolcro.
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Chiesa del Santo Sepolcro, Città vecchia di Gerusalemme, aprile 2019
Alcuni fedeli sostano sulle panche all’interno della Cappella di Sant’Elena, nell’area custodita dalla Chiesa Armena. Il Patriarcato Armeno di Gerusalemme è una diocesi appartenente alla Chiesa apostolica armena, fondata nel 638 e la sua sede si trova nel quartiere armeno di Gerusalemme, a pochi passi dal Santo Sepolcro.
Teofilo III, primate della Chiesa ortodossa greca di Gerusalemme, è in carica dal 2005 e detiene i titoli di patriarca della città e di tutta la Palestina, la siria, l’Arabia, l’oltre Giodano, Cana di Gailea e la Santa Sion. Succeduto al patriarca Ireneo, deposto per presunti scandali immobiliari, è il 141° primate della Chiesa greco ortodossa di Gerusalemme.
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Sala del trono nel Patriarcato Greco Ortodosso, Città vecchia di Gerusalemme, aprile 2019
Teofilo III, primate della Chiesa ortodossa greca di Gerusalemme, è in carica dal 2005 e detiene i titoli di patriarca della città e di tutta la Palestina, la siria, l’Arabia, l’oltre Giodano, Cana di Gailea e la Santa Sion. Succeduto al patriarca Ireneo, deposto per presunti scandali immobiliari, è il 141° primate della Chiesa greco ortodossa di Gerusalemme.
Un sacerdote della Chiesa ortodossa greca di Gerusalemme accende i lumi ad olio posti all’ingresso dell’edicola all’interno della chiesa del Santo Sepolcro.
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Chiesa del Santo Sepolcro, Città vecchia di Gerusalemme, aprile 2019
Un sacerdote della Chiesa ortodossa greca di Gerusalemme accende i lumi ad olio posti all’ingresso dell’edicola all’interno della chiesa del Santo Sepolcro.
In occasione della Domenica delle Palme, i fedeli della Chiesa greca ortodossa si ritrovano al Santo Sepolcro per celebrare la festività. Il patriarca, circondato da sacerdoti e collaboratori, esegue tre volte il giro dell’edicola posta al centro della chiesa, per poi vestire gli abiti sacerdotali e spogliarsi dei suoi averi da cui si separa fino al giorno di Pasqua.
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Chiesa del Santo Sepolcro, Città vecchia di Gerusalemme, aprile 2019
In occasione della Domenica delle Palme, i fedeli della Chiesa greca ortodossa si ritrovano al Santo Sepolcro per celebrare la festività. Il patriarca, circondato da sacerdoti e collaboratori, esegue tre volte il giro dell’edicola posta al centro della chiesa, per poi vestire gli abiti sacerdotali e spogliarsi dei suoi averi da cui si separa fino al giorno di Pasqua.
Migliaia di fedeli giunti da tutto il mondo affollano la chiesa del Santo Sepolcro e immortalano con i loro telefoni cellulari e le loro macchine fotografiche la celebrazione della Domenica delle Palme durante la funzione della Chiesa ortodossa greca.
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Chiesa del Santo Sepolcro, Città vecchia di Gerusalemme, aprile 2019
Migliaia di fedeli giunti da tutto il mondo affollano la chiesa del Santo Sepolcro e immortalano con i loro telefoni cellulari e le loro macchine fotografiche la celebrazione della Domenica delle Palme durante la funzione della Chiesa ortodossa greca.
Teofilo III, patriarca della Chiesa greca ortodossa, durante le celebrazione della funzione in occasione della Domenica delle Palme nella chiesa del Santo Sepolcro. I fedeli, giunti a migliaia da ogni parte del mondo, spingono energicamente per raggiungere il patriarca, sfiorarlo e chiedere la sua benedizione.
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Chiesa del Santo Sepolcro, Città vecchia di Gerusalemme, aprile 2019
Teofilo III, patriarca della Chiesa greca ortodossa, durante le celebrazione della funzione in occasione della Domenica delle Palme nella chiesa del Santo Sepolcro. I fedeli, giunti a migliaia da ogni parte del mondo, spingono energicamente per raggiungere il patriarca, sfiorarlo e chiedere la sua benedizione.
Teofilo III,141° patriarca della Chiesa ortodossa greca di Gerusalemme, durante la celebrazione in occasione della Domenica della Palme. Il calendario ortodosso è una settimana indietro rispetto a quello gregoriano e il giorno della S.Pasqua corrisponde alla domenica delle Palme.
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Chiesa del Santo Sepolcro, Città vecchia di Gerusalemme, aprile 2019
Teofilo III,141° patriarca della Chiesa ortodossa greca di Gerusalemme, durante la celebrazione in occasione della Domenica della Palme. Il calendario ortodosso è una settimana indietro rispetto a quello gregoriano e il giorno della S.Pasqua corrisponde alla domenica delle Palme.
Anba Antonius, l’arcivescovo metropolita di Gerusalemme della Chiesa copta ortodossa, durante la celebrazione della Domenica delle Palme. Theodore Al-Antouni, monaco egiziano di 50 anni, è stato nominato Anba Antonius tre anni fa e, nella Chiesa copta ortodossa, è secondo solo al Patriarca.
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Chiesa del Santo Sepolcro, Città vecchia di Gerusalemme, aprile 2019
Anba Antonius, l’arcivescovo metropolita di Gerusalemme della Chiesa copta ortodossa, durante la celebrazione della Domenica delle Palme. Theodore Al-Antouni, monaco egiziano di 50 anni, è stato nominato Anba Antonius tre anni fa e, nella Chiesa copta ortodossa, è secondo solo al Patriarca.
Alcuni fedeli ortodossi accendono le loro candele all’interno della chiesa del Santo Sepolcro. Nel rito ortodosso le candele vengono accese da tutti i fedeli che partecipano alla preghiera e alle funzioni per ricordare i Santi, per allontanare i peccati e le forze demoniache, per riflettere sulla condizione di sottomissione davanti a Dio e per ricordare che prima di ogni altra cosa il Creatore generò la luce.
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Chiesa del Santo Sepolcro, Città vecchia di Gerusalemme, aprile 2019
Alcuni fedeli ortodossi accendono le loro candele all’interno della chiesa del Santo Sepolcro. Nel rito ortodosso le candele vengono accese da tutti i fedeli che partecipano alla preghiera e alle funzioni per ricordare i Santi, per allontanare i peccati e le forze demoniache, per riflettere sulla condizione di sottomissione davanti a Dio e per ricordare che prima di ogni altra cosa il Creatore generò la luce.
Un visitatore guarda dentro l’edicola del Santo Sepolcro mentre attende il suo turno per entrare a portare il su omaggio a quella che si presuppone essere la tomba di Gesù Cristo. All’interno, ai piedi di un piccolo altare votivo, una lastra di marmo protegge il sito sorvegliato da un frate francescano.
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Chiesa del Santo Sepolcro, Città vecchia di Gerusalemme, aprile 2019
Un visitatore guarda dentro l’edicola del Santo Sepolcro mentre attende il suo turno per entrare a portare il su omaggio a quella che si presuppone essere la tomba di Gesù Cristo. All’interno, ai piedi di un piccolo altare votivo, una lastra di marmo protegge il sito sorvegliato da un frate francescano.
Fedeli in preghiera alla Pietra dell’Unzione, dove si crede sia stato preparato il corpo di Gesù prima della sepoltura. I pellegrini che visitano la chiesa del Santo Sepolcro, varcata la soglia, sono soliti riunirsi attorno alla pietra per pregare e strofinare oggetti a loro cari, come ad esempio fotografie, indumenti, rosari e reliquie religiose.
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Chiesa del Santo Sepolcro, Città vecchia di Gerusalemme, aprile 2019
Fedeli in preghiera alla Pietra dell’Unzione, dove si crede sia stato preparato il corpo di Gesù prima della sepoltura. I pellegrini che visitano la chiesa del Santo Sepolcro, varcata la soglia, sono soliti riunirsi attorno alla pietra per pregare e strofinare oggetti a loro cari, come ad esempio fotografie, indumenti, rosari e reliquie religiose.
L’accensione delle candele nella ritualità ortodossa simboleggia, in particolare, la luce. Nel Vangelo (Giovanni 8:12) Dio dice “Io sono la Luce del mondo” e le luci delle candele, così come quelle delle lampade, ricordano la luce con la quale Cristo illumina le anime dei fedeli.
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Chiesa del Santo Sepolcro, Città vecchia di Gerusalemme, aprile 2019
L’accensione delle candele nella ritualità ortodossa simboleggia, in particolare, la luce. Nel Vangelo (Giovanni 8:12) Dio dice “Io sono la Luce del mondo” e le luci delle candele, così come quelle delle lampade, ricordano la luce con la quale Cristo illumina le anime dei fedeli.
Conosciuta anche come chiesa della Resurrezione, è un’ antica chiesa cristiana di Gerusalemme costruita sul sito che la tradizione indica come il luogo dove avvene la crocifissione, l’unzione, la sepoltura e la resurrezione di Gesù. In stile romanico e progotico, è l’unico luogo caro alla cristianità in Terra Santa, di cui si hanno prove archeologiche risalenti a solo un centinaio di anni dopo la morte di Gesù.
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Chiesa del Santo Sepolcro, Città vecchia di Gerusalemme, aprile 2019
Conosciuta anche come chiesa della Resurrezione, è un’ antica chiesa cristiana di Gerusalemme costruita sul sito che la tradizione indica come il luogo dove avvene la crocifissione, l’unzione, la sepoltura e la resurrezione di Gesù. In stile romanico e progotico, è l’unico luogo caro alla cristianità in Terra Santa, di cui si hanno prove archeologiche risalenti a solo un centinaio di anni dopo la morte di Gesù.
Conosciuta anche come il “Monte del Tempio” dalla religione ebraica, la Spianata delle Moschee è uno dei luoghi più sacri e più contesi della città. Gli ultimi scontri si sono verificati domenica 2 giugno 2019, quando un gruppo di attivisti ebrei è entrato nell’area per pregare per Yehuda Glick, un rabbino ferito da un attentatore la settimana precedente. Ne sono seguiti scontri e proteste sedati solo dall’intervento delle forze dell’ordine.
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Spianata delle Moschee, Gerusalemme est, aprile 2019
Conosciuta anche come il “Monte del Tempio” dalla religione ebraica, la Spianata delle Moschee è uno dei luoghi più sacri e più contesi della città. Gli ultimi scontri si sono verificati domenica 2 giugno 2019, quando un gruppo di attivisti ebrei è entrato nell’area per pregare per Yehuda Glick, un rabbino ferito da un attentatore la settimana precedente. Ne sono seguiti scontri e proteste sedati solo dall’intervento delle forze dell’ordine.
Sono quindici i passaggi per poter accedere alla Spianata delle Moschee e di questi: 5 sono stati chiusi e 10 lasciati aperti. Le autorità israeliane sono in possesso delle chiavi delle porte che aprono a loro discrezione e sorvegliano gli accessi di fedeli e visitatori. Ai non musulmani è concesso entrare da un solo ingresso, posto in prossimità del muro occidentale, ma possono uscire da qualunque porta.
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Spianata delle Moschee, Gerusalemme est, aprile 2019
Sono quindici i passaggi per poter accedere alla Spianata delle Moschee e di questi: 5 sono stati chiusi e 10 lasciati aperti. Le autorità israeliane sono in possesso delle chiavi delle porte che aprono a loro discrezione e sorvegliano gli accessi di fedeli e visitatori. Ai non musulmani è concesso entrare da un solo ingresso, posto in prossimità del muro occidentale, ma possono uscire da qualunque porta.
La cupola della Roccia è un santuario islamico edificato sulla Spianata delle Moschee, un luogo sacro fin da prima dell’avvento delle grandi religioni monoteiste, chiamato dagli ebrei Monte del Tempio. Insieme alla Moschea di Al-Aqsa forma l’al-Haram al-Sharif, considerato dalla maggior parte dei musulmani il terzo sito più sacro al mondo dopo la Ka-ba e la Moschea del Profeta di Medina.
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Spianata delle Moschee, Gerusalemme est, aprile 2019
La cupola della Roccia è un santuario islamico edificato sulla Spianata delle Moschee, un luogo sacro fin da prima dell’avvento delle grandi religioni monoteiste, chiamato dagli ebrei Monte del Tempio. Insieme alla Moschea di Al-Aqsa forma l’al-Haram al-Sharif, considerato dalla maggior parte dei musulmani il terzo sito più sacro al mondo dopo la Ka-ba e la Moschea del Profeta di Medina.
Un modello a mosaico della “mappa foglia di trifoglio” di Bunting, conosciuta anche come “il mondo in un trifoglio”, è installato nella piazza davanti al municipio di Gerusalemme. La copia originale, disegnata dal pastore protestante tedesco, teologo e cartografo Heinrich Bunting, è conservata nella biblioteca Nazionale di Israele a Gerusalemme. Il trifoglio, che simboleggia la trinità, rappresenta i continenti con Gerusalemme al centro, poiché città più importante del mondo.
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Piazza Safra, Città nuova di Gerusalemme, Israele, aprile 2019
Un modello a mosaico della “mappa foglia di trifoglio” di Bunting, conosciuta anche come “il mondo in un trifoglio”, è installato nella piazza davanti al municipio di Gerusalemme. La copia originale, disegnata dal pastore protestante tedesco, teologo e cartografo Heinrich Bunting, è conservata nella biblioteca Nazionale di Israele a Gerusalemme. Il trifoglio, che simboleggia la trinità, rappresenta i continenti con Gerusalemme al centro, poiché città più importante del mondo.
Un padre ebreo ultra-ortodosso accompagna il figlio verso il quartiere ebraico nel giorno di Shabbat HaGadol, cioè lo Shabbat subito prima di Pesach, la Pasqua ebraica. Tradizionalmente l’educazione religiosa dei figli è affidata ai padri; così come ai soli uomini, secondo i precetti ebrei ortodossi, è concesso intonare preghiere in pubblico e indossare i paramenti sacri.
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Città Nuova di Gerusalemme, Israele, aprile 2019
Un padre ebreo ultra-ortodosso accompagna il figlio verso il quartiere ebraico nel giorno di Shabbat HaGadol, cioè lo Shabbat subito prima di Pesach, la Pasqua ebraica. Tradizionalmente l’educazione religiosa dei figli è affidata ai padri; così come ai soli uomini, secondo i precetti ebrei ortodossi, è concesso intonare preghiere in pubblico e indossare i paramenti sacri.
Sul lato nord del Muro Occidentale si apre uno spazio secondario - oggi trasformato in sinagoga - che dà accesso all’Arco di Wilson, così chiamato dal nome del suo scopritore. si tratta di uno degli archi superstiti del viadotto che dal Monte del Tempio conduceva alla città e ai suoi palazzi.
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Muro Occidentale, quartiere ebraico, Gerusalemme ovest, aprile 2019
Sul lato nord del Muro Occidentale si apre uno spazio secondario - oggi trasformato in sinagoga - che dà accesso all’Arco di Wilson, così chiamato dal nome del suo scopritore. si tratta di uno degli archi superstiti del viadotto che dal Monte del Tempio conduceva alla città e ai suoi palazzi.
Un ebreo ortodosso prega davanti al muro occidentale, nella parte interna verso l’Arco di Wilson. L’ondeggiare tipico della preghiera, in ebraico shokelin, mostra come anche il corpo partecipi a questo gesto di fede, seguendo il ritmo della cantilazione vocale.
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Muro Occidentale, quartiere ebraico, Gerusalemme ovest, aprile 2019
Un ebreo ortodosso prega davanti al muro occidentale, nella parte interna verso l’Arco di Wilson. L’ondeggiare tipico della preghiera, in ebraico shokelin, mostra come anche il corpo partecipi a questo gesto di fede, seguendo il ritmo della cantilazione vocale.
Durante Shabbat i negozi del quartiere ebraico di Mea Shearim, nella Città Vecchia, sono tutti chiusi e i mezzi pubblici non possono circolare. Popolato da ebrei Haredi, conosciuti anche come ultra-ortodossi, è uno dei più antichi quartieri ebraici di Gerusalemme e anche ai visitatori, durante lo Shabbat, viene richiesto di astenersi dal fumo, di guidare e di utilizzare apparecchi elettronici.
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Quartiere ebraico, Gerusalemme ovest, aprile 2019
Durante Shabbat i negozi del quartiere ebraico di Mea Shearim, nella Città Vecchia, sono tutti chiusi e i mezzi pubblici non possono circolare. Popolato da ebrei Haredi, conosciuti anche come ultra-ortodossi, è uno dei più antichi quartieri ebraici di Gerusalemme e anche ai visitatori, durante lo Shabbat, viene richiesto di astenersi dal fumo, di guidare e di utilizzare apparecchi elettronici.
Il Muro del Pianto è un sezione dell’antico muro di cinta costruito come contenimento del complesso del Monte del Tempio. Alto 57 metri si trova nella parte occidentale del Monte, nell’antica città di Gerusalemme. Sotto il livello della strada sono presenti almeno altri 17 strati del muro e le pietre inferiori della parte visibile risalgono all’epoca di Erode il Grande.
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Muro Occidentale, quartiere ebraico, Gerusalemme ovest, aprile 2019
Il Muro del Pianto è un sezione dell’antico muro di cinta costruito come contenimento del complesso del Monte del Tempio. Alto 57 metri si trova nella parte occidentale del Monte, nell’antica città di Gerusalemme. Sotto il livello della strada sono presenti almeno altri 17 strati del muro e le pietre inferiori della parte visibile risalgono all’epoca di Erode il Grande.
Alcuni fedeli pregano nella parte coperta a nord del Muro del Pianto. Lo spazio è allestito come una sinagoga: all’ingresso è possibile prendere il Siddur o altri testi sacri ebraici e all’interno sono a disposizione tavoli e sedie per leggere o pregare. Le preghiere vengono intonate a turno in piccoli gruppi e, trovandosi nella sezione maschile del muro occidentale, l’ingresso è consentito ai soli uomini.
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Muro Occidentale, quartiere ebraico, Gerusalemme ovest, maggio 2019
Alcuni fedeli pregano nella parte coperta a nord del Muro del Pianto. Lo spazio è allestito come una sinagoga: all’ingresso è possibile prendere il Siddur o altri testi sacri ebraici e all’interno sono a disposizione tavoli e sedie per leggere o pregare. Le preghiere vengono intonate a turno in piccoli gruppi e, trovandosi nella sezione maschile del muro occidentale, l’ingresso è consentito ai soli uomini.
Testi sacri in consultazione sono a disposizione all’ingresso dell’area coperta del Muro del Pianto. Le più antiche fonti del testo ebraico della Bibbia sono i manoscritti di Qumran, che contengono copie di manoscritti rientranti nel testo masoretico e fanno parte dei manoscritti del Mar Morto. Scoperti tra il 1947 e il 1956 sono datati tra il 150 a.C. il 70 d.C.
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Muro Occidentale, quartiere ebraico, Gerusalemme ovest, aprile 2019
Testi sacri in consultazione sono a disposizione all’ingresso dell’area coperta del Muro del Pianto. Le più antiche fonti del testo ebraico della Bibbia sono i manoscritti di Qumran, che contengono copie di manoscritti rientranti nel testo masoretico e fanno parte dei manoscritti del Mar Morto. Scoperti tra il 1947 e il 1956 sono datati tra il 150 a.C. il 70 d.C.
Il Siddurn è il libro delle preghiere ebraiche a viene utilizzato per le preghiere quotidiane. Il più antico mai scoperto è un piccolo manoscritto di soli 10cm di altezza e di 50 pagine ed è conservato nel Museo dei Territori della Bibbia a Gerusalemme. Scritto in lingua ebraica antica su pergamena, si stima abbia 1.200 anni.
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Muro Occidentale, quartiere ebraico, Gerusalemme ovest, aprile 2019
Il Siddurn è il libro delle preghiere ebraiche a viene utilizzato per le preghiere quotidiane. Il più antico mai scoperto è un piccolo manoscritto di soli 10cm di altezza e di 50 pagine ed è conservato nel Museo dei Territori della Bibbia a Gerusalemme. Scritto in lingua ebraica antica su pergamena, si stima abbia 1.200 anni.
Chiamato dagli europei Muro del Pianto, è l’unico resto del tempio di Gerusalemme, costruito nel X secolo a.C. , ricostruito da Erode nel 19 a.C. e distrutto nuovamente nel 70 d.C. dai romani. La spianata che, oggi, si trova davanti al Muro stesso, venne realizzata dalle autorità israeliane dopo la guerra del 1967.
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Muro Occidentale, quartiere ebraico, Gerusalemme ovest, aprile 2019
Chiamato dagli europei Muro del Pianto, è l’unico resto del tempio di Gerusalemme, costruito nel X secolo a.C. , ricostruito da Erode nel 19 a.C. e distrutto nuovamente nel 70 d.C. dai romani. La spianata che, oggi, si trova davanti al Muro stesso, venne realizzata dalle autorità israeliane dopo la guerra del 1967.
Bambini haredì, conosciuti anche come ultra-ortodossi, affollano la preghiera al Muro Occidentale alla fine dello Shabbat. Indossano tutti i caratteristici abiti scuri e portano i payot, ovvero i riccioli laterali, seguendo l’interpretazione dell’ingiunzione biblica contro la rasatura degli angoli (in tondo) della propria testa.
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Muro Occidentale, quartiere ebraico, Gerusalemme ovest, aprile 2019
Bambini haredì, conosciuti anche come ultra-ortodossi, affollano la preghiera al Muro Occidentale alla fine dello Shabbat. Indossano tutti i caratteristici abiti scuri e portano i payot, ovvero i riccioli laterali, seguendo l’interpretazione dell’ingiunzione biblica contro la rasatura degli angoli (in tondo) della propria testa.
Padre e figlio attraversano il corridoio che congiunge la piccola biblioteca del Muro Occidentale con l’area a nord del Muro, una zona coperta adibita a sinagoga. Alla fine dello Shabbat molti padri, responsabili dell’educazione religiosa dei figli, li accompagnano al muro per la preghiera della sera.
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Muro Occidentale, quartiere ebraico, Gerusalemme ovest, maggio 2019
Padre e figlio attraversano il corridoio che congiunge la piccola biblioteca del Muro Occidentale con l’area a nord del Muro, una zona coperta adibita a sinagoga. Alla fine dello Shabbat molti padri, responsabili dell’educazione religiosa dei figli, li accompagnano al muro per la preghiera della sera.
La parte alta di Gerusalemme, vicino alla municipalità, è una moderna città fornita di tutti i servizi. In netta contrapposizione con la Città Vecchia, compresa nell’antica cinta muraria, è abitata da cittadini israeliani non necessariamente haredì che, nonostante il loro numero sia comunque consistente, non rappresentano la maggioranza della città.
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Città Nuova di Gerusalemme, Israele, maggio 2019
La parte alta di Gerusalemme, vicino alla municipalità, è una moderna città fornita di tutti i servizi. In netta contrapposizione con la Città Vecchia, compresa nell’antica cinta muraria, è abitata da cittadini israeliani non necessariamente haredì che, nonostante il loro numero sia comunque consistente, non rappresentano la maggioranza della città.
Alla sera, alla fine dello Shabbat HaGadol - lo Shabbat subito prima della Pasqua ebraica - la spianata davanti al Muro Occidentale è ancora affollata dai fedeli recatisi al Muro per la preghiera della sera. L’accesso alla zona è controllato dalle forze dell’ordine israeliano e l’accesso è consentito solo dopo aver superato il controllo con il metal detector.
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Muro Occidentale, quartiere ebraico, Gerusalemme ovest, aprile 2019
Alla sera, alla fine dello Shabbat HaGadol - lo Shabbat subito prima della Pasqua ebraica - la spianata davanti al Muro Occidentale è ancora affollata dai fedeli recatisi al Muro per la preghiera della sera. L’accesso alla zona è controllato dalle forze dell’ordine israeliano e l’accesso è consentito solo dopo aver superato il controllo con il metal detector.

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