Arezzo, Tuscany Region, Italy, April 2021

Walter De Benedetto, 49, suffering from a severe form of rheumatoid arthritis and forced for years in a wheelchair. He uses cannabis to find relief from terrible pain.

Walter De Benedetto, 49 anni, affetto da una forma severa di artrite reumatoide e costretto da anni su una carrozzina, utilizza la cannabis per trovare sollievo dai fortissimi dolori.  

Milan, Lombardy Region, Italy, April 2021

Dr Taioli, pharmacist, extracts cannabis oil using the "Romano-Hazekamp" method: after combining the inflorescences with the olive oil, it is heated in a water bath, then filtered and pressed.

La Dott.ssa Taioli, farmacista, estrae l’olio di cannabis utilizzando il metodo “Romano-Hazekamp”:  dopo aver unito le infiorescenze all’olio di oliva, questo viene scaldato a bagnomaria, quindi filtrato e pressato. 

The Hemp Club, Milan, Lombardy Region, April 2021

Rosario D’Errico, a cancer patient who has been prescribed cannabis, uses a vaporizer inside the “THC” club in Milan. 

Rosario D’Errico, paziente oncologico a cui è stata prescritta la cannabis, utilizza un vaporizzatore all’interno del club milanese.

Milan, Lombardy Region, Italy, April 2021

An inflorescence of “Bedrocan" - the cannabis produced in the Dutch factory that bears its name and with a thc percentage of 22% - is ready to be processed in the laboratory of a well-known pharmacy in Milan. 

Un’infiorescenza di “Bedrocan”, la cannabis prodotta nello stabilimento olandese che ne porta il nome, con una percentuale di thc del 22%, è pronta per essere lavorata nel laboratorio di una nota farmacia di Milano.

Milan, Lombardy Region, Italy, April 2021

Ms. Daniela Cesarano, 79, was prescribed the use of cannabis oil to soothe the chronic pain and headache that has plagued her since youth. 

Alla Sig.ra Daniela Cesarano, 79 anni, è stato prescritto l’utilizzo di olio di cannabis per lenire il dolore cronico e la cefalea che la affligge fin dalla gioventù.

Clinn Clinic, Milan, Lombardy Region, April 2021

A young 18-year-old patient, suffering from epilepsy, partecipate in the preliminary interview at “Clinn Milano”, a medical center mainly focused on treatment with therapeutic cannabis-based. 

Una giovane paziente di 18 anni, affetta da epilessia, si sottopone alla prima visita conoscitiva presso “Clinn Milano”, un centro medico focalizzato principalmente sul trattamento con terapie a base di cannabis terapeutica.

Milan, Lombardy Region, Italy, April 2021

In a pharmaceutical laboratory, after heating the cannabis inflorescences in olive oil for 120 minutes, the cannabis oil is extracted through a special press. 

In un laboratorio farmaceutico, dopo aver scaldato le infiorescenze di cannabis in olio di oliva per 120 minuti, viene estratto l’olio di cannabis attraverso un apposito torchio.

Clinn Clinic, Milan, Lombardy Region, April 2021

Little Lapo, only 3 years old, accompanied by his mother, undergoes an interview with Dr. Marco Bertolotto. The child, who was previously diagnosed with a form of autism, was prescribed the use of CBD oil to promote both concentration and sleep.

Il piccolo Lapo, di soli 3 anni, accompagnato dalla madre, si sottopone ad un colloquio con il Dott. Marco Bertolotto. Al bimbo, a cui è stata precedentemente diagnosticata una forma di autismo, è stato prescritto l’uso di olio cbd per favorire sia la concentrazione che il sonno.

Milan, Lombardy Region, Italy, April 2021

Mara Ribera, 54, a patient treated at the Niguarda Hospital in Milan and suffering from chronic pain and headache, uses the cannabis oil that has been prescribed for her as a therapy. 

Mara Ribera, 54 anni, paziente in cura all’ospedale Niguarda di Milano e affetta da dolore cronico e cefalea, utilizza l’olio di cannabis che le è stato prescritto come terapia.  

Clinn Clinic, Milan, Lombardy Region, April 2021

An 80-year-old patient suffering from chronic shoulder pain is being treated at the Clinn clinic in Milan and using cannabis oil as a therapy. 

Un paziente di 80 anni, affetto da dolore cronico a una spalla, è in cura presso la clinica milanese Clinn e utilizza olio di cannabis come terapia.

Clinn Clinic, Milan, Lombardy Region, April 2021

Dr. Marco Bertolotto, Head of the Palliative Care Department of the Albenga and Pietra Ligure Hospital and one of the founders of the Clinn Clinic, is one of the pioneers of cannabis-based prescriptions in Italy.

Il Dott. Marco Bertolotto, primario del reparto di cure palliative dell’ospedale di Albenga e Pietra ligure e tra i fondatori del poliambulatorio Clinn, è uno dei pionieri delle prescrizioni a base di cannabis in Italia.

Arezzo, Tuscany Region, Italy, April 2021

Walter De Benedetto, 49, suffering from rheumatoid arthritis since he was 16 and he is assisted by his collaborator for any daily operation.

Walter De Benedetto, 49 anni, affetto da artrite reumatoide da quando ne aveva 16, viene assistito dal suo collaboratore per qualunque operazione quotidiana.

Arezzo, Tuscany Region, Italy, April 2021

Walter De Benedetto, who was prescribed the use of Bedrocan in inflorescences, usually smokes the cannabis himself that has previously been chopped up and rolled into papers.

Walter De Benedetto, a cui è stato prescritto l’uso di Bedrocan in infiorescenze, è solito fumare da solo la cannabis che precedentemente gli è stata sminuzzata e arrotolata in cartine. 

Arezzo, Tuscany Region, Italy, April 2021

Walter De Benedetto, a patient who was prescribed cannabis for therapeutic use, chose to self-produce it in his garden to make up for the lack of the drug and he was reported.

Walter De Benedetto, un paziente a cui è stata prescritta la cannabis per uso terapeutico, per sopperire alla mancanza del farmaco ha scelto di autoprodurla nel suo giardino ed è stato denunciato.

Court of Arezzo, Tuscany Region, April 2021

During the trial of Walter De Benedetto, a disabled patient under investigation for drug cultivation and drug dealing, the police guard the courtroom to which access is prohibited due to the health provisions in force.

Durante il processo a Walter De Benedetto, un paziente disabile indagato per coltivazione e spaccio di stupefacenti, le forze dell’ordine presidiano l’aula a cui l’accesso è vietato a causa delle disposizioni sanitarie vigenti.

The Hemp Club, Milan, Lombardy Region, April 2021

Rosario D’Errico - a cancer patient who was prescribed medical cannabis today - has yet to face the appeal process, after being sentenced in the first instance for drug dealing, for cultivating the cannabis that he was denied by the national health system. 

Rosario D’Errico - paziente oncologico a cui oggi è stata prescritta la cannabis terapeutica - deve ancora affrontare il processo d’appello, dopo la condanna in primo grado per spaccio, per aver coltivato la cannabis che gli era stata negata del sistema sanitario nazionale.

Arezzo, Tuscany Region, Italy, April 2021

Walter De Benedetto, the day before the trial that sees him involved for growing cannabis in his garden, goes accompanied by the C.R.I. to undergo a psychiatric visit.

Walter De Benedetto, il giorno prima del processo che lo vede coinvolto per aver coltivato cannabis nel suo giardino, si reca accompagnato dalla C.R.I. per sottoporsi a una visita psichiatrica.

Arezzo, Tuscany Region, Italy, April 2021

To Walter De Benedetto - who the day before the trial that sees him involved for growing cannabis in his garden had gone accompanied by the C.R.I. a psychiatric visit - will not be advised to go to court. 

A Walter De Benedetto - che il giorno prima del processo che lo vede coinvolto per aver coltivato cannabis nel suo giardino si era recato accompagnato dalla C.R.I. a una visita psichiatrica - sarà sconsigliato di recarsi in tribunale.

Italy, April 2021

Some cannabis seeds are stored in the refrigerator of a patient who resorts to illegal cultivation to make up for a lack of supply. 

Alcuni semi di cannabis sono conservati nel frigorifero di un paziente che ricorre alla coltivazione illegale per sopperire alla mancanza di approvvigionamento.

Italy, April 2021

An illegal cultivation of cannabis in the home of a patient who, despite having been prescribed cannabis as a therapy, had to resort to self-production to overcome the difficulty of availability. 

Una coltivazione illegale di cannabis nella casa di un paziente che, nonostante gli sia stata prescritta la cannabis come terapia, a dovuto ricorrere all'autoproduzione per sopperire alla difficoltà di reperibilità.

Court of Arezzo, Tuscany Region, April 2021

Before the court of Arezzo, on April 27, an activist from the Luca Coscioni Association protests in favor of Walter De Benedetto. Walter, suffering from a severe form of rheumatoid arthritis, was being investigated for growing cannabis in his garden.

Davanti al tribunale di Arezzo, il 27 aprile, un attivista dell’Associazione Luca Coscioni protesta in favore di Walter De Benedetto. Walter, affetto da una grave forma di artrite reumatoide, era stato indagato per aver coltivato cannabis nel suo giardino.

Court of Arezzo, Tuscany Region, April 2021

During the solidarity garrison in favor of Walter De Benedetto, the Radical Deputy Riccardo Magi, the first signatory of a law in favor of self-cultivation, takes the floor. The roman politician and activist had already publicly exposed himself in favor of De Benedetto in November 2020 when, after giving him cannabis, he had gone to self-report. 

Durante il presidio di solidarietà in favore di Walter De Benedetto, prende la parola il deputato radicale Riccardo Magi, primo firmatario di una legge a favore l’auto-coltivazione. Il politico e attivista romano si era già esposto pubblicamente in favore di De Benedetto nel novembre del 2020 quando, dopo avergli consegnato della cannabis, era andato ad autodenunciarsi.

Court of Arezzo, Tuscany Region, April 2021

The defense lawyers of Walter De Benedetto, at the end of the trial that acquitted him with no possibility of retrial, rejoice at the exit from the court. 

Gli avvocati difensori di Walter De Benedetto, alla fine dell’udienza che ha assolto l’imputato con formula piena per non aver commesso il fatto, esultano all’uscita dal tribunale.

Arezzo, Tuscany Region, Italy, April 2021

Walter De Benedetto and his mother watch for the first time the video of the communication of the acquittal by the defense lawyers at the end of the trial that saw him accused of cultivation and drug dealing. 

Walter De Benedetto e la madre guardano per la prima volta il video della comunicazione dell’assoluzione da parte degli avvocati difensori al termine del processo che lo vedeva imputato per coltivazione e spaccio.

Arezzo, Tuscany Region, Italy, April 2021

Walter De Benedetto, after being acquitted, is joined by friends and sympathizers, by his lawyers and by some Honorable Members who have decided to support his cause. 

Walter De Benedetto, dopo essere stato assolto, viene raggiunto da amici e simpatizzanti, dai suoi avvocati e da alcuni onorevoli che hanno deciso di sostenere la sua causa.  

Arezzo, Tuscany Region, Italy, April 2021

After his acquittal, Walter De Benedetto gives an interview to the journalists who have come to his home. At his side, during the interview, also the Hon. Michele Sodano and the Hon. Caterina Licatini, both from the Italian political party M5S. Licatini, in April, presented a bill that would make self-cultivation not criminally relevant. 

Dopo la sua assoluzione, Walter De Benedetto concede un’intervista ai giornalisti giunti alla sua abitazione. Al suo fianco, durante l’intervista, anche l’On. Michele Sodano e l'On. Caterina Licatini, entrambi del M5S. La Licatini, in aprile, ha presentato un disegno di legge che renderebbe non penalmente rilevante l’autocoltivazione.

Arezzo, Tuscany Region, Italy, April 2021

Walter De Benedetto, after the interviews and the celebrations following his acquittal with no possibility of retrial, consumes medical cannabis in his home. 

Walter De Benedetto, terminate le interviste e i festeggiamenti in seguito alla sua assoluzione con formula piena, consuma cannabis terapeutica nella sua abitazione.

Arezzo, Tuscany Region, Italy, April 2021

Walter De Benedetto, “not guilty” and acquitted with no possibility of retrial, rejoices in his bed. "I am satisfied not only for myself, but also for all those who live in my same difficulties, precisely because the principle of the right to be treated with cannabis has been affirmed" he said.  

Walter De Benedetto, assolto con formula piena perché il fatto non sussiste, gioisce nel suo letto.  “ Sono soddisfatto non solo per me, ma anche per tutti coloro che vivono nelle mie stesse difficoltà, proprio perché è stato affermato il principio del diritto di cura con la cannabis” ha dichiarato.

Home-growing Cannabis: a battle for patients - Autoproduzione di cannabis per i pazienti: una battaglia di civiltà

In Italy THC was introduced into the sanitary system in 2007, but it’s still a very awkward process for patients to have access to the drug and, even more so, for long-period therapy uses. Walter De Benedetto, a patient prosecuted for cultivating cannabis for personal use, has been freed of all charges; but now other patients in Italy are asking for things to change and, in the meantime, in Parliament, they’re debating a law that might legalise home-grown cannabis.
by Andrea Carrubba and Mario Catania

  Walter De Benedetto, a chronically-ill Italian man under trial for his cultivation of cannabis, has been cleared of all charges, putting an end to the story that underlines all the problems that Italian patients have to face regarding the use of this plant and its by-products for their symptoms.
Walter, a 49 year old man affected for 33 years by reumatoid arthritis, a terrible illness that ties him to a wheelchair and causes chronic pain, is one in hundreds of patients who aren’t able to gain access to the drug, because of the complexity of Italian bureaucracy, lack of awareness among doctors, the constant shortage of the drug and its high costs, when it’s not available for free.

The problems of accessing medical cannabis 
In Italy the sanitary system is regulated differently by each region, so there are patients who, depending on where they live, can have free access to the drug to heal a number of symptoms, others only for a few of these and others for none, because a proper law hasn’t yet been approved.
It’s clear that a law is needed to give free access, on a National level, for those in need, as it was planned by the amendment to the budget law of 2017, approved but never implemented.

Many people are still suffering because of the small number of Doctors who prescribe cannabis and the lack of chemists that sell it (437 on an average of 20,000 in 2018, based on the data by the Ministry of Health). But the major issue is, every now and then in the country, a shortage of the drug because demand is strongly underestimated.
In Italy THC was introduced into the Sanitary System in 2007, medical cannabis can be prescribed since 2013 and, since 2016, is produced by a chemical and pharmaceutical company in Florence, regulated by the Ministry of Health and Defence; but production is still on a small scale, around 150kgs per year, compared with consumption estimated by the INCB (International Control Board) to be 3 tonnes in 2021. The rest is imported from Holland and Canada, clearly insufficient, because in 2021 the retail total was about 1 tonne.

The debate on the law that regulates Home-growing cannabis 
And if in Canada, for example, people are authorised to home-grow plants, for personal use, in Italy, right now, there is an on-going debate in the Commission of Justice to change the law that regulates drugs, that might bring the legalisation for home-growing cannabis.
The first to sign the law, would be Riccardo Magi of “Più Europa/Radicali, with the support of M5S,the Democratic Party (PD), “Italia Viva” and “Facciamo Eco”, building a majority necessary for the new law to be approved and bring the debate to the Chambers.

On the downside, it’s been years that the Ministries of Health, past and present, have been discussing this topic, but never truly reaching a solution.
Not only Walter: the right to treatment Because in the meanwhile, apart from the good ending of Walter’s trial, thanks to the civil movement by “Meglio Legale” (Better Legal), a group that stands for the legalisation, with a plea to the President of the Republic, Mattarella, and sustained by 20000 people, there are still hundreds of home-growers arrested each year.
It’s the case, for example, of Rosario D’Errico, who ended in prison, charged in first grade for dealing and growing cannabis while awaiting the long bureaucratic process that precedes a regular prescription. “I suffer from chronic pain and treating it with opioids and anti-inflammatory drugs was causing me so many and greater collateral effects. My problem has been the long bureaucratic process to follow in Lombardy, with many medical examinations , appointments that were always delayed and the passage, required by law, to use traditional drugs first: everything took more than a year and a half!”
In the meantime Rosario started growing his own plants and, for that, he’s been arrested, lost his job and, after the charge in first grade, he’s want for the appeal hearing.

Today, thanks also to Hemp Club in Milan, he manages to obtain the medical cannabis that he needs.
This organisation allows patients with prescriptions to use cannabis thanks to the vaporisers placed at disposal and helping them to get in touch with the right retailers that prepare these kind of prescriptions.

Instead, people who manage to get a prescription on a regular basis, are terrified of suddenly having to interrupt their treatment, because of the constant shortage of cannabis in this country. It’s the case, for example, of Mara Ribera, from Milan, and her 79year-old mother. “I”, says Mara, “ have decided to try cannabis after my mother tested it for her chronic cephalgia that has been affecting her since childhood, causing her to be an invalid. She tried everything, until she got a prescription for cannabis in January 2020, as an oil, from Niguarda’s Hospital in Milan. If before hand she was forced in bed, afflicted by these constant seizures, thanks to cannabis, just after a few weeks of use, they disappeared. I was a bit sceptical, because for my symptoms too I had been trying everything, every traditional treatment, as opioids, had failed me. Cannabis has completely changed the quality of my living” ends Mara.

The Italian Clinic recognized in Europe In Italy too, on the bright side, there are some positive experiences. For example the Clinn’s case, a polyclinic, recognised as one of the best in Europe that deals in medical cannabis run by Canex, the major multimedial Britannic platform for therapeutic cannabis. Among the Doctors who work there, there’s Doctor Marco Bertolotto, chief of the department for palliative treatments at the Albenga’s Hospital in Pietra Ligure; he has followed more than ,3 thousand patients during the years and he sums up the situation as this: “In 2015, when everything started, despite medical cannabis being legal in Italy for quite some time, we were hoping for a far quicker evolution. Instead there’s still so much to accomplish; of course the number of patients has increased and the number of Doctors who look with interest at this plant too, but from a Government and Institutional point of view, we are stuck.
Besides these difficult times in which we are living, it’s a true pity … We have one of the most advanced laws in the world, if only it were implemented, we would be able to have more knowledge and we would have a good production that would guarantee access to treatment in the Sanitary System on a National level.
We would have the resources that we need for everyone, as even ONU recognised, after 60 years, this plant has so many beneficial properties.

Autoproduzione di cannabis per i pazienti: una battaglia di civiltà

La cannabis, ormai legale in Italia da diversi anni, cura i sintomi di decine di patologie, anche molto invalidanti. Il problema, che si ripercuote da anni sui pazienti, è la costante carenza del farmaco. Intanto in Parlamento si discute di una modifica del testo unico sugli stupefacenti che potrebbe proprio rendere legale l’autoproduzione della pianta medica.
Testo di Mario Catania
Fotografie di Andrea Carrubba

“Sono già incarcerato in un corpo, ma dove vado più?”, scherzava Walter De Benedetto, prima del processo che lo vedeva imputato per aver coltivato cannabis per curarsi, strappando un sorriso amaro.

Il corpo, è quello di un uomo di 49 anni, che da quando ne ha 16 è affetto da una forma severa di artrite reumatoide, che, anche per colpa di interventi e farmaci sbagliati, oggi lo costringe in carrozzina, facendogli subire in continuazione dolore e spasmi. Una patologia complessa, terribile, dalla quale Walter aveva trovato sollievo grazie alla cannabis, che, tra le tante patologie per le quali può essere utile, si rivela molto efficace nel trattamento del dolore cronico, curando i sintomi e restituendo in moltissimi casi una vita dignitosa al paziente.

Nonostante in Italia la cannabis sia stata introdotta nel nostro sistema sanitario nel 2007, ancora oggi, i pazienti che la utilizzano per le più svariate patologie, si trovano davanti a difficoltà enormi sia nel trovare medici competenti che la prescrivano loro, sia nell’avere accesso del farmaco.

Correva l’anno 2015 quando il Bel Paese, con l’allora ministro della Salute Lorenzin, diventò il secondo in Europa ad avviare una produzione di cannabis medica. Una mossa, che ci ha fatto aprire prima degli altri in un mercato che sta diventando via via più strategico a livello internazionale; ma purtroppo i livelli produttivi si sono mantenuti bassi, sui 150/200 chilogrammi all’anno, e nemmeno con l’alto volume delle importazioni dall’estero si riesce a far fronte al fabbisogno per i pazienti che, secondo l’Incb (International narcotics control Board), orami in Italia è di 3 tonnellate e aumenta esponenzialmente di anno in anno. Nel 2020 in totale, secondo i dati del ministero della Salute, ne sono stati distribuiti circa 1100 chilogrammi.

Per fare un paragone, in Germania, dove la produzione di cannabis medica è stata avviata nel 2019, la previsione è quella di arrivare a produrre oltre 10 tonnellate l’anno nel giro di 4 anni. Nel frattempo quello tedesco è diventato il più grande mercato europeo, che, secondo i dati di Brightfield Group e Hanway Associates, ha raggiunto un fatturato di 265 milioni di euro nel 2020.

In Italia invece le problematiche sono sempre le stesse, si trascinano da anni e sono rappresentate alla perfezione dalla storia di Walter, che il 27 aprile è stato processato per coltivazione di sostanza stupefacente in concorso, rischiando fino a 6 anni di carcere. Avrebbe voluto recarsi in tribunale, ma il responso della visita psicologica effettuata il giorno prima è stato il divieto di presenziare all’udienza, per evitare di compromettere ulteriormente le sue condizioni. È stato assolto perché il fatto non sussiste, mettendo la parola fine su questa brutta pagina per la nostra democrazia.

I pazienti che usano cannabis: senza diritti e senza tutela
Perché in realtà, Walter, per la cannabis aveva una regolare prescrizione, ma il problema è che la Asl di riferimento non riusciva a garantirgli il quantitativo di cannabis che necessitava per le proprie cure. E così, dopo 3 anni di richieste inascoltate, inviate anche tramite il proprio avvocato alle istituzioni competenti, ha fatto l’unica scelta possibile per chi non vuole rifornirsi dagli spacciatori, ingrassando i guadagni della criminalità organizzata e con il rischio di acquistare un prodotto deteriorato: ha scelto di coltivarla, facendosi aiutare da un amico, che invece è stato condannato in primo grado a un anno e due mesi di carcere.
 Con l’avvio delle indagini si è creato un grande movimento civile, coordinato da Meglio Legale, gruppo antiproibizionista a favore della legalizzazione, che ha portato ad un video appello del paziente diretto al presidente Mattarella, sostenuto da oltre 20mila politici, attivisti e cittadini comuni, che l’hanno firmato e condiviso. Emma Bonino, che ha voluto mandare il proprio messaggio al presidente della Repubblica, ha sottolineato che: “La storia di Walter è una storia di crudeltà non necessaria. Io mi chiedo se è criminale Walter o magari lo siamo noi che ci giriamo dall’altra parte perché una cosa è certa: il dolore non aspetta!”.

Una storia che, per la sofferenza implicita nel sentirsi abbandonati dal proprio stato quando si necessitano le cure, per poi diventare imputati quando viene scoperto che il cittadino, per tutelare la propria salute come previsto dalla Costituzione, ha preferito fare da sé, è del tutto simile a quella di Rosario D’Errico. Un paziente milanese, che però, come altre centinaia in questi anni, è finito in carcere. Anche lui aveva provato a seguire l’iter burocratico per ottenere la prescrizione, ma, visti i tempi lunghi, le continue visite e la necessità, prevista per legge, di dover provare tutti i farmaci tradizionali prima della cannabis che nel suo caso erano oppiacei, nel frattempo aveva iniziato a coltivarla in autonomia. Scoperto dalle forze dell’ordine, è stato arrestato e ha perso il lavoro.
 Oggi, anche grazie al The Hemp Club di Milano, riesce ad ottenere quasi regolarmente la cannabis medica di cui necessita, in attesa del processo di appello dopo la condanna in primo grado per spaccio. L’associazione milanese, permette ai pazienti che hanno la ricetta di consumare la cannabis tramite i vaporizzatori messi a disposizione, aiutandoli e mettendoli in contatto con le farmacie che effettuano questo tipo di preparazioni.
 
Altri pazienti costretti a disobbedire
Perché la verità è che i pazienti continuano a soffrire i dolori dell’inferno, mentre la politica promette e non mantiene. L’esempio lampante è la disobbedienza civile lanciata da un’associazione di pazienti nel 2017, il Cannabis Cura Sicilia Social Club, proprio a causa dell’alto costo e della carenza del farmaco. Dopo un dialogo estenuante con le istituzioni che si era risolto nel nulla, la soluzione era stata quella di avviare una autoproduzione di cannabis presso l’associazione, permettendo a chiunque fosse interessato di “adottare” una pianta, il cui raccolto sarebbe stato consegnato ai pazienti.

Una disobbedienza civile dichiarata e raccontata passo per passo, anche tramite una conferenza alla quale hanno partecipato anche le forze dell’ordine, con i fondatori Alessandro Raudino e Florinda Vitale che hanno spiegato le motivazioni di quel gesto. Da lì e dal dibattito che ne è seguito, anche grazie al lavoro costante con le istituzioni locali portato avanti dal Comitato pazienti cannabis medica, anche la Sicilia ha approvato la propria legge regionale, permettendo, a determinate condizioni e solo per alcune patologie, la prescrizione a carico del sistema sanitario regionale.

Le cose non vanno comunque bene, come testimonia Alfredo Ossino da Catania, ex maresciallo capo della Guardia di Finanza in congedo per malattia, che, affetto da patologie come la spondilosciscoartosi dorsale che gli causa dolore cronico neuropatico, dopo anni di oppiacei che, parole sue, “rischiavano di portarmi alla morte”, ha scoperto nella cannabis una sostanza che gli ha permesso di “tornare a vivere”. Non solo, perché nonostante la patologia sostiene di essere tornato in forma e di praticare con costanza attività fisica, cosa ormai preclusa prima della scoperta della cannabis. Purtroppo anche lui sta vivendo sulla sua pelle le difficoltà della carenza di cannabis, tanto da fargli dire che: "Per 30 anni la mia divisa da Finanziere l’ho indossata con rispetto e lealtà verso lo Stato italiano, ricambiata oggi con l’indifferenza di chi potrebbe cambiare le cose in Italia".

Poca cannabis e tanti problemi
Dicevamo che la Sicilia ha fatto la propria legge, perché la sanità in Italia è competenza regionale, cosa che ha portato alla creazione di pazienti di serie A e di serie B. Ad oggi infatti ci sono Regioni che prevedono la prescrizione gratuita per tutta una serie di patologie, altre solo per alcune, e altre ancora che non hanno approvato nessuna legge. E quindi ci sono pazienti che, nonostante i benefici conclamati, non possono portare avanti i propri piani terapeutici a causa dell’alto costo della terapia. Una situazione complessa sulla quale, come detto, pesa anche la carenza del farmaco. E il principale problema di questa continua mancanza, è che compromette il percorso del paziente, facendogli perdere i benefici acquisiti e la possibilità, appena intravista, di poter tornare a stare meglio. Sono 16 le Regioni in cui, negli ultimi due mesi ci sono stati problemi di approvvigionamento di cannabis terapeutica, come documentato dagli stessi pazienti su monitorcannabis.it, sito creato dal farmacista Marco Ternelli proprio per dare modo di segnalare i problemi di accesso al farmaco su tutto il territorio nazionale. Un esempio dei più eclatanti è stato nel 2018, quando, a causa della mancanza di cannabis, furono interrotti i trattamenti previsti per i bambini affetti da epilessia farmaco resistente presso l’ospedale Gaslini di Genova.
 Perché nei bambini fino agli anziani, la cannabis è fonte di benefici in patologie completamente diverse tra loro, come testimonia Mara Ribera, paziente milanese. “Ho deciso di provare la cannabis”, racconta, “dopo che l’aveva sperimentata mia mamma, 79enne, affetta da cefalea cronica fin dalla giovane età, che l’ha resa invalida. Nella vita le aveva provate tutte, fino a che non le è stata prescritta la cannabis nel gennaio 2020 sotto forma di olio presso l’ospedale Niguarda di Milano. Se prima praticamente viveva a letto, perché afflitta costantemente da questi attacchi, grazie alla cannabis, già dopo poche settimane di utilizzo, non ne aveva più. Essendo scettica, perché per le mie patologie anche io avevo provato tutti i farmaci disponibili e sono affetta da dolore cronico e cefalea, mi sono recata in ospedale e, dopo aver dimostrato il fallimento dei trattamenti tradizionali come gli oppiacei, ho ottenuto la prescrizione. La cannabis ha inciso profondamente sulla qualità della vita di entrambe”, conclude Mara.

Dall’autoproduzione canadese alla discussione di una legge in Italia
È da ormai diversi anni che i vari ministri della Sanità che si sono succeduti negli ultimi governi hanno aperto alla possibilità di estendere la produzione di cannabis medica anche alle aziende private, per sopperire alla carenza, ma il tutto si è risolto in un nulla di fatto. Eppure siamo nel momento in cui le cose potrebbero cambiare nel concreto, e anche in tempi brevi. Attualmente infatti in Commissione giustizia è in discussione una modifica del testo unico degli stupefacenti, che porterebbe alla legalizzazione dell’autoproduzione di cannabis. “La coltivazione a uso personale ridurrebbe la necessità per il consumatore di droghe leggere di rivolgersi alla manovalanza criminale, togliendo alla criminalità organizzata una fetta di mercato”, ha dichiarato in occasione delle audizioni in Commissione Giustizia il Procuratore Nazionale Antimafia Federico Cafiero De Raho, sostenendo la proposta che, visto l’appoggio di M5S, PD, Italia viva, Facciamo Eco e Più Europa/Radicali, potrebbe avere la maggioranza necessaria per essere approvata e passare al vaglio della Camera.
 D’altra parte in Canada, dove la cannabis medica è legale dal 2001, i pazienti sono autorizzati a coltivare le piante di cui hanno bisogno, o, nel caso siano impossibilitati, a nominare una persona che lo faccia per loro.
La recente soluzione del Regno Unito, completamente differente, è stata quella di istituire una tessera, chiamata Cancard, che permette ai pazienti che utilizzano cannabis, anche derivante dal mercato illegale, visti i problemi di accesso alla cannabis medica presenti anche oltremanica, di essere tutelati nei confronti delle forze dell’ordine. È stata creata da un’associazione e ha ricevuto da subito l’adesione delle forze dell’ordine, stufe di arrestare malati.  
La miglior clinica europea a base di cannabis è italiana Anche perché, dall’altro lato, anche nel nostro Paese non mancano le esperienze positive. È ad esempio il caso di Clinn, poliambulatorio che è stato eletto come la miglior clinica europea che si occupa di cannabis medica da Canex, la più grossa piattaforma multimediale britannica per la cannabis terapeutica. Tra i medici che vi lavorano troviamo anche il dottor Marco Bertolotto, primario del reparto di cure palliative dell’ospedale di Albenga e Pietra ligure, che nella sua vita ha seguito più di 3mila pazienti e che riassume la situazione così: “Nel 2015, anno in cui è partito tutto il settore, nonostante la cannabis in medicina in Italia fosse legale già da tempo, pensavamo ad una evoluzione molto più rapida. Invece abbiamo fatto poca strada: sicuramente è aumentato il numero dei pazienti e inizia ad aumentare il numero dei medici che guardano con interesse a questa pianta, ma dal punto di vista delle azioni di governo e delle istituzioni, siamo davvero fermi. Al di là del momento particolare che stiamo vivendo è davvero un peccato, abbiamo una legge tra le più avanzate al mondo che se fosse applicata con attenzione ci permetterebbe di dare risposte concrete ai pazienti, facendo le cose semplici e cioè aumentando la produzione e mettendola a carico del sistema sanitario nazionale”.

Ed è un vero peccato, perché avremmo le risorse e le competenze per garantire il diritto alla salute dei nostri pazienti, anche con la cannabis, che nel frattempo, dopo più 60 anni, ha visto il riconoscimento ufficiale delle sue proprietà mediche da parte dell’Onu.

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