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Falesie di Battir, Palestina, 2019
Il cartello, lungo la strada sterrata nei pressi del villaggio di Battir, indica in arabo, inglese e italiano il sentiero da percorrere per raggiungere le vie di arrampicata allestite sulle falesie.
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Campo profughi di Dheisheh, Palestina, 2019
Il campo, allestito nel 1948 dalle Nazioni Unite per ospitare circa 5000 profughi, ospita oggi circa 17000 persone.
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Campo profughi di Dheisheh, Palestina, 2019
Nato come una tendopoli gestita dall’UNHRW, dopo oltre 70 anni Dheisheh è diventato una piccola città alle porte di Betlemme.
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Campo profughi di Dheisheh, Palestina, 2019
I muri del campo raccontano la lotta del popolo palestinese, come quella di Moataz Zawahreh, 26 anni, ucciso dalle Forze di Difesa Israeliane durante una protesta in prossimità del muro.
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Betlemme, Palestina, 2019
Il muro di separazione, lungo circa 730km, è un alternarsi di muri e reticolati sorvegliati 24 ore su 24 e attraversabili solo attraverso porte elettroniche presidiate da militari israeliani.
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Betlemme, Palestina, 2019
A bordo di un vecchio autobus, un gruppo di ragazzi provenienti dal campo profughi di Aida e di Dheisheh raggiungono le falesie di Battir per una giornata di arrampicata sportiva.
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Falesie di Battir, Palestina, 2019
Un piccolo aspirante scalatore, nato e cresciuto nel campo profughi di Aida, attende il suo turno per arrampicare sulla parete attrezzata dai volontari di West Climbing Bank.
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Falesie di Battir, Palestina, 2019
Un volontario di West Climbing Bank, dopo aver raggiunto in scalata la cima della parete preparando così ai suoi compagni la via, scende dalla falesia.
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Falesie di Battir, Palestina, 2019
Un’istruttrice di arrampicata fa “sicura” a un piccolo scalatore del campo profughi di Aida. Giulia, italiana, è una volontaria di West Climbing Bank e collabora con l’associazione Laylac.
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Falesie di Battir, Palestina, 2019
Uno dei ragazzi di Aida, partecipando attivamente al progetto di chiodatura della falesia con i volontari di West climbing Bank nel 2018, ha imparato le basi dell’arrampicata sportiva e oggi partecipa attivamente alle escursioni su roccia.
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Falesie di Battir, Palestina, 2019
Sulle falesie di Battir sono state aperte e attrezzate più vie che consentono di poter arrampicare contemporaneamente in più punti delle pareti.
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Falesie di Battir, Palestina, 2019
Un ragazzino del campo profughi di Aida, a Betlemme, scala la falesia di Battir con i volontari di West Climbing Bank.
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Campo profughi di Dheisheh, Palestina, 2019
Naji Owda è il responsabile di Laylac, un’associazione nata nel 2005 grazie alla collaborazione tra attivisti internazionali e abitanti di Dheisheh, il campo profughi dove tuttora si trova la sede.
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Campo profughi di Dheisheh, Palestina, 2019
I muri del campo profughi sono ricoperti di ritratti di "martiri", spesso molto giovani, morti per lo più durante scontri e proteste.
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Betlemme, Palestina, 2019
I cantieri edili delle colonie israeliane, considerate illegali anche da gran parte della comunità internazionale, scavano giorno e notte fagocitando sempre più territorio: abbattendo uliveti, espropriando abitazioni e costruendo nuovi muri.
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Betlemme, Palestina, 2019
I pascoli e le coltivazioni di ortaggi e uliveti, un tempo segnati solo da pietre di inciampo, oggi sono attraversati da muri e barriere che separano i due Paesi.
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Betlemme, Palestina, 2019
Il muro della separazione voluto da Israele, che i palestinesi chiamano anche muro dell’apartheid, costeggia il campo profughi di Aida e disegna il confine tra Israele e Territori Palestinesi.
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Betlemme, Palestina, 2019
Il muro, ormai diventato un’attrazione, viene visitato ogni anno da migliaia di turisti e alcuni di loro decidono di lasciare il proprio contributo artistico.
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Betlemme, Palestina, 2019
Nonostante le scritte e i colori dei writers ne abbelliscano alcuni tratti, il muro di Israele resta agghiacciante: cemento, filo spinato e torrette di guardia per sorvegliare una grande prigione a cielo aperto.
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Betlemme, Palestina, 2019
Il lato del muro a ridosso del campo di Aida, segnato dal fuoco e dalle sassaiole, racconta gli scontri tra i manifestanti filo-palestinesi e le Forze di Difesa Israeliane.
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Betlemme, Palestina, 2019
All’interno del Walled Off Hotel dello street artist britannico Banksy, si trova un piccolo museo dove viene raccontata la storia del muro di separazione.
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Betlemme, Palestina, 2019
Una parete della hall dell’hotel dell’artista Banksy, che si trova a pochi metri dal muro israeliano, è allestito come la “ sala della caccia” di una aristocratica famiglia britannica; ma al posto di animali imbalsamati e fucili, sono appese telecamere, fionde e mazze.
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Betlemme, Palestina, 2019
Da una finestra del Walled Off Hotel di Banksy, presentato come “l’hotel con la peggiore vista del mondo”, è possibile osservare il muro dall'alto e a una distanza decisamente ravvicinata.
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Falesie di Battir, Palestina, 2019
Un giovane scalatore, entusiasta partecipante del progetto West Climbing Bank, raggiunge la cima di una della falesie di Battir.
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Falesie di Battir, Palestina, 2019
Un ragazzo del campo profughi di Aida si cimenta, per la prima volta nella sua vita, nell’arrampicata sportiva alle falesie di Battir.
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Falesie di Battir, Palestina, 2019
Il più piccolo del gruppo dei ragazzi di Aida, il campo profughi a ridosso del muro di Israele, consuma un panino con hummus e felafel nelle campagne di Battir.
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Falesie di Battir, Palestina, 2019
Terminata l’arrampicata su una parete di roccia delle falesie di Battir, non resta che ripercorrere il percorso a ritroso, affidandosi alla corda e camminando all’indietro.